La vocazione turistica della Sardegna non è una novità per nessuno: semplici famiglie, coppie di ogni età, single, tutti trovano in Sardegna ciò che cercano, dalle fantastiche spiagge ai paesi tranquilli e caratteristici dell’interno dove le tradizioni locali sono ancora assolutamente vive. Chi cerca resort di lusso e ristoranti di alta cucina internazionale può trovare quello che desidera, chi, al contrario, vuole vivere la vera Sardegna con i suoi valori, le tradizioni, il buon cibo genuino (e il buon vino) stando lontano dai ritmi frenetici della vita mondana dei centri più turisticamente rinomati può cercare nell’interno e respirare i profumi della terra, degli arbusti, della natura vivendo un turismo genuino e slow.
Mentre si attende l’arrivo in massa dei turisti che andranno ad affollare soprattutto le spiagge sarde e si spera che l’invasione sia vera e proficua, si fanno i conti della scorsa stagione turistica sull’isola. I dati sono notevoli: lo scorso anno sull’isola si sono contate circa 14 milioni di presenze, un record, con un incremento rispetto al 2015 del 12,6%. Gli stranieri che hanno visitato le località turistiche sarde sono stati 6,7 milioni, con un incremento sull’anno precedente del 15%. Molto forte il turismo tedesco ma in giro per la Sardegna si sentono parlare molte lingue. In assoluto, comunque, la più scelta è stata la Gallura, scelta da 5,3 milioni di persone e con una crescita nella Provincia di Sassari addirittura del 30%.
Resta il problema della stagionalità in quanto l’83,7% delle presenze si registra nei mesi estivi. Servirà studiare iniziative turistiche e culturali atte a portare flussi anche negli altri mesi dell’anno, anche con il concorso dei collegamenti aerei che al momento nei mesi non estivi calano sensibilmente. Anche su questo aspetto sta lavorando la Regione Sardegna che già ha destinato una somma considerevole per abbassare i costi aeroportuali e agevolare in questo modo gli investimenti dei vettori aerei.